Come forse saprete purtroppo ancora non sono riuscito ad attraversare la frontiera che divide Iran e Pakistan.
Ma perche?

A casa le distanze non mi sembravano cosi immense, invece sulla strada 100 km possono trasformarsi in giorni e 16500 km in mesi e mesi di viaggio.
Alcuni visti comunque vanno per forza fatti prima di partire, se non si vuole incappare in ritardi belli grossi o inconvenienti che, affrontati a certe latitudini, possono risultare davvero snervanti anche se di facile soluzione.
Un visto scaduto, perdipiù quello pakistano, paese comunemente riconosciuto tra viaggiatori, come il piú ostico e rompic**** per le questioni diplomatiche (secondo vedi Turkmenistan), purtroppo non é un problema di poco conto da sottovalutare e se non affrontato nella giusta maniera può portare anche alla fine di un intero viaggio.
Quindi: il mio visto pakistano fatto a Roma in data 27 febbraio 2018 aveva una validità di 3 mesi esatti, nei quali mi viene concesso l’ingresso nel paese anche nell’ultimo giorno di validità(27 Maggio) per un soggiorno di 35 giorni. Giorno dopo giorno, già a partire dalla Turchia, si prefigura nella mia mente questa sgradevole immagine di me alla frontiera pakistana, con Il visto scaduto e tonto come sono a guardarmi attorno senza sapere dove battere la testa. Fintanto comunque era una realtà ancora lontana e non certa potevo farci i conti ma quando sono poi entrato in Iran il 15 Maggio, ovvero con soli 12 giorni per attraversare il paese prima della scadenza del visto pakistano, ho dovuto fare bene i conti con me stesso e le mie preoccupazioni, sempre più vere e palpabili: presentarsi in frontiera con un visto scaduto puó avere conseguenze davvero spiacevoli che possono arrivare alla detenzione e a migliaia di euro di multa. Per fortuna mia madre mi ha fatto con una bella faccia di c*** e il problema della multa non mi preoccupa, in qualche modo col mio faccino innocente l’ avrei scampata sicuramente. Il problema invece di rimanere confinato nella terra di nessuno, quello sí che mi faceva cagare sotto: eh si, se ci si presenta con un visto scaduto o direttamente senza visto (che piú o meno é la stessa cosa), si rischia di rimanere nella famosa “terra di nessuno” tra le due frontiere.
Puta caso infatti di essere alla frontiera tra Iran e Pakistan con il visto iraniano ancora buono e quello pakistano scaduto: quando uscirai dal’Iran ti timbreranno il visto e i documenti relativi alla tua moto come “in uscita” ovvero ti annullano a tutti gli effetti la validità di tali documenti in quel paese dato che ne hai già usufruito per il periodo a te concesso o da te scelto; quando poi ti presenterai agli uffici doganali Pakistani con il visto scaduto questi potrebbero (cosa che hanno fatto), non accettarti. A questo punto non potrai tornare indietro in Iran in quanto abbiamo detto che i tuoi documenti sono stati annullati e, a meno che non ti facciano un nuovo visto (difficilissimo in quanto tra un visto e l’altro per lo stesso paese devono passare mesi), dovrai rimanere in quel limbo di terra quasi sempre desertico o adibito a parcheggio TIR finché, stufi delle tue preghiere, non ti faranno passare.

Sicuramente il Pakistan é uno dei paesi peggiori dove operare una tecnica balorda come questa, ma nella mia mente poteva funzionare…stare accampato lí finche non si sarebbero annoiati e mi avrebbero fatto entrare.
Quelle miriadi di discorsi che mi ero preparato, le centinaia di tecniche persuasive che avevo studiato o anche solo la piccola speranza che nessuno se ne sarebbe accorto a niente servirono e nemmeno ebbero l’onore di essere messe in campo…perche?
Arrivato alla frontiera iraniana a Marjaveh incontro all ingresso Hamid, che scopriró poi essere un personggio molto famoso tra i turisti che attraversano questa frontiera, in quanto molto amichevolmente si occupa di tutte le pratiche relative all’ attraversamento doganale in cambio solo di qualche foto che poi pubblicherà sul suo profilo istagram per far vedere come sia bravo ed efficente. Inizialmente non voglio dire niente riguardo al mio visto, lascio che mi venga timbrato il carnet de passage e aspetto di essere dentro agli edifici doganali prima di rivelare il crimine commesso.
Inizialmente non voglio dire niente riguardo al mio visto, lascio che mi venga timbrato il carnet de passage e aspetto di essere dentro agli edifici doganali prima di rivelare il crimine commesso.
“I have a problem Hamid..a big problem“;gli dico forse con un tono troppo da narcotrafficante che non sono.
“do you have an expired visa!?”; replica di rimpetto con tono poco sorpreso.
“yes, I have an expired visa for Pakistan” ;replico poco soddisfatto in quanto volevo giocarmi la mia storiella strappalacrime riguardo ai problemi alla moto e gli infiniti ritardi in maniera piu persuasiva di questo “yes”poco convinto.
” uhh you will not pass today probably“; mi dice Hamid, cosa che mi fa subito saltare di gioia dato che quell “today” nella mia Mente, voleva dire che il problema gli era noto e forse in 2 3 giorni sarei riuscito a passare. Inoltre mi rassicura che se non fossi proprio entrato in Pakistan mi avrebbe fatto rientrare in Iran senza problemi e gratuitamente (procedura al quanto illegale e inaspettata che mi tranquillizza non poco).
Entriamo negli uffici doganali, un controllo alla moto, poi un controllo al passaporto e al Carnet. Tuttavia non appena il funzionario addetto al controllo dei passaporti nota che il visto pakistano é ormai scaduto da piú di 10 giorni, si allarma piú di quanto abbia fatto io in 2 settimane di pensieri negativi riguardo alla terra di nessuno. Corre dall’ ufficiale addetto all’ immigrazione che a sua volta con fare poco compremsivo delle mie volontà, manda un militare qualunque, senza alcuna dote persuasiva o dialettica degna di affrontare un face to face con la polizia dell’ immigrazione pakistana (che non ha I controcoglioni…di piú) oltre il confine e che dopo nemmeno 5 minuti torna dicendomi che:”il tuo visto é scaduto ragazzo” …..davvero?? cavolo non l avevo notato! So benissimo che il mio visto é scaduto imbeci***! Ormai se l’ é giocata e io. Non posso nemmeno ritentarci o almeno avrei potuto ma mi avrebbero riso. In faccia. Arrabbiato perché sicuramente avrei potuto fare di meglio io, o quantomeno giocarmela con un cento dollari passati alla persona giusta, me ne torno sulla mia sediolina scricchiolante. Tuttavia hic est, e devo rassegnarmi al fatto che non passeró, ne oggi né domani né mai con questo visto scaduto.
Tuttavia hic est, e devo rassegnarmi al fatto che non passeró, ne oggi né domani né mai con questo visto scaduto.
Hamid dunque mi passa un contatto di un suo amico molto influente in Pakistan, Razi il suo nome, che tempo fa era riuscito a far avere due visti a due turisti tedeschi nell’ambasciata pakistana di zahedan distante 80 km dalla frontiera. Benissimo penso io, torno a zahedan e in pochi giorni se non nello stesso giorno posso avere un visto rinnovato e cavarmela senza problemi.
Nel frattempo, rimasto senza un tetto, chiamo un signore che avevo conosciuto a Zahedan il giorno prima e che mi ospiterà per i seguenti 5 giorni, nei quali nel salotto di casa sua, con una mano che ormai si era fusa col telefono e nell altra il mio passaporto, mi giocherò tutte le armi e i contatti a me disponibili.
Tornando alla possibilità del visto rinnovato… Dalla frontiera decido di dirigermi subito all’ambasciata dove Hamid mi accompagna repentinamente, fa un caldo incredibile e spingiamo i nostri motori al limite per arrivare in tempo…arriviamo all ambasciata pakistana con 5 minuti di ritardo e il console ormai é andato a casa..lo stacanovista.
Ci riproveremo il giorno successivo, dopo che Razi, l’amico pakistano, avesse fatto qualche chiamata qua e là per assicurarsi che mi avrebbero rilasciato il visto il giorno seguente. Sono fortunato che ami gli italiani e l’italia anche se “non siamo andati al Mondiale” e le nostre conversazioni vanno avanti a “ti voglio bene”, “sei il mio fratello italiano” e “domani avrai il visto” .
Se una cosa l’ ho imparata é che qui in Asia tuttavia, tutti cercano di sembrare importanti o meglio piú di quello che effettivamente sono, e spesso promettono cose a suon di ishallah ovvero “dio ti assistera…speriamo bene” … io non sono credente e prima di affidare giornate intere a pregare e sperare decido di agire; chiamo le ambasciate italiane di Islamabad e Tehran e le rispettive ambasciate pakistane. La risposta? Impossibile avere il visto a Zahedan, devo tornarmene buonobuono a Tehran, 1300 km e 24 giorni fa…Impossibile raggiungerla in moto penso subito, sia per le temperature estreme qui al sud che non mi avrebbero permesso di fare piu di 400 km al giorno sia perché anche il mio visto iraniano sta per scadere… Ad amplifocare non poco il mio rammarico ci si mettono anche due motociclisti che incontro quella sera a Zahedan, Paolo de Dea di Huntures.com e bob di “the king on the road” che sfoggiano tutta la loro gioia per il vicino attraversamento di quella così bramata frontiera.


Comunque, estendere il visto iraniano si dimostra cosa di poche ore soprattutto grazie ad Hamed il signore che mi ospita che convincerà l’ufficiale del consolato iraniano a Zahedan che sono una persona buona e fidata (dato che anche l’ estensione del visto per regola avrei dovuto farla a Tehran).
Il giorno dopo, ricevuto il poco sorprendente esito negativo delle persuasioni di Razi per farmi avere il visto qui a Zahedan, compro un biglietto di sola andata per Tehran…in treno. Mi aspettano 23 ore di tratta in regionale, un letto duro senza cuscino e un aria condizionata che trasformerà le mie tempie e il vagone in un cubo di ghiaccio quando fuori ci saranno circa 50 gradi.
Chiamo subito l’ambasciata italiana di Tehran per avvisarli che sto arrivando dato che questa dovrà rilasciarmi un attesato che poi mi servirà per avere il visto pakistano..unico problema, l’ambasciata italiana chiude Venerdí e Sabato e di giovedí rimane aperta solo fino alle 14. Riaprirà di domenica mattina quando però aprirà anche quella pakistana (e la domenica é il miglior giorno per richiedere I visti)…non posso farle entrambe in un giorno solo penso, e, inoltre,voglio rimanere qui a Tehran il meno possible per non far salire troppo la temperatura giú al sud, che mi sta aspettando o almeno spero…
Oggi é mercoledì e il mio treno arriverà, se tutto va come deve, alle 11 di giovedí mattina. È una corsa contro il tempo che si dimostra subito quasi infattibile quando dopo nemmeno 200 km al treno si rompe una ruota e a me si rompono entrambi i santissimi in circa 2 ore di ritardo sotto un sole cocente, stemperato solo da un’aria condizionata che via via si fà sempre più calda e di odore acre.

Trascorro le 23 ore di traversata leggendo Bettinelli e guardando il film “I diari della motocicletta” che avevo diligentemente scaricato dall’ hard disk prima di partire. Organizzo inoltre qualche couchsurfing con alcuni amici che avevo conosciuto e che mi avevano ospitato durante la mia prima visita della capitale, e mi assicuro almeno 2 3 tetti gratuiti sopra la testa.
Mi sveglio alle ore 11 stanco come non mai, in ansia di non poter raggiungere il consolato italiano in tempo, che ancora siamo é a 190 km da noi, ma il treno sembra andare spedito e costante.
11.30-12.30….il tempo scorre e sento davvero le lancette che scattano sul rolex falsissimo del mio compagno di branda…13 in punto il treno si ferma alla stazione centrale di Tehran, volo giù dal vagone come un falco in picchiata, sbattendo di qua e di là e prendendo le infinite scale a piedi invece che le lente mobili esco dalla stazione e…visione paradisiaca. Un taxi solitario che stava lí, fermo sul ciglio della strada, fumante di sigarette e con qualche ammaccatura di troppo, che aspettava solo me. Salgo senza nemmeno bussare “Jordan street, di corsa!” urlo gentilmente al tassista che capisce subito l’ impellenza di tale richiesta e inizia ad ingranare le marce al limitatore…bravo cosi!
13.15 L’ inevitabile ed incredibile traffico di Tehran torna a farmi compagnia.. Cavolo quanto non mi mancava e pensare che quando me ne andai da qui pensai “mai piú e mai poi” e invece guarda dove sei, fava te e i visti che scadono!

Il traffico comunque non mi fa tardare e alle 13.30 sono davanti al consolato italiano, che avevo avvisato per tempo del mio possibile arrivo in ritardo ma comunque in orario di apertura… Avete capito insomma.
Mi conoscevano già tutti , avevo telefonato al numero verde aperto 24 ore su 24 circa 5 volte negli ultimi due giorni e grazie a ciò tutti sapevano cosa questo demente italiano doveva fare e in 5 minuti sono dentro l’ufficio a fare firme e timbri.
E una é fatta, adesso mi aspettano 3 giorni di attesa prima che l’ambasciata pakistana apra per poter valutare la possibilità di rinnovarmi il visto. Incrociamo le dita e.. Inshallah!!