LA nota dolente, i soldi. Il mio viaggio lo sto finanziando semplicemente lavorando. Non posso dire che sia stato difficile trovare lavoro anzi, sarò stato fortunato, ma ho trovato tanti possibili lavori subito. Feci diversi colloqui con agenzie di direct marketing e con alcune agenzie immobiliari e lasciai il curriculum a circa 7 milioni di attività a firenze… Ero pronto ad accettare tutto, a buttarmi a capofitto in qualsiasi mestiere, non avevo pretese ne aspettative ma soprattutto non avevo alcun tipo di attestato o dote specifica, volevo solo capire se davvero sarei riuscito a trovare un lavoro e a cambiare cosi di netto le mie giornate per questo mio sogno.
E’ quando mandai il CV ad un ristorante che cercava camerieri anche senza esperienza che cambiò tutto. Riuscii a convincere quello che sarebbe diventato il mio datore di lavoro che la mia grande passione era la cucina e che fare il cameriere mi avrebbe avvicinato a quel mondo anche se da lontano.. “dai mi hai convinto..Proviamo a metterti in cucina!!”.
Fui stra fortunatissimo dato che il mio progetto di viaggio si basa tanto sulla moto e sul viaggiare quanto sulla cucina e le culture culinarie che attraverserò e studierò, facendo di questi un unico progetto. Cosciente che mi stavo per inserire in un mondo che non conoscevo in cui sarei potuto non riuscire o scappare dopo due giorni accetto come prima occupazione fissa un famoso ristorante sui colli fiorentini, lo Zocchi di pratolino dove ho lavorato come aiuto cuoco per circa nove mesi. questa lavoro mi ha permesso di mettermi da parte abbastanza per acquistare “Una prima moto”(si, ho comprato una moto sbagliata..)mettere da parte qualcosa ed entrare anche in contatto con l‘altra mia grande passione, la cucina.
Iniziai a lavorare lì l’ 1 agosto del 2016 e decisi che quella sarebbe stata la mia vita per i seguenti 2 anni circa, avrei messo da parte molto(non soldi eh..magari), sacrificato e spesso tante energie ma la passione era ed è ancora talmente forte che non mi sta più di tanto male. Lavorare, risparmiare, rilavorare ecc.. così almeno per i primi 4/5 mesi. Non è stato facile mettere da parte anche alcune relazioni ed amicizie, sono stato chiamato in un certo senso a chiudermi nei confronti di chi fino a poco prima mi era stato vicino, alla fine questa era ed è la strada che ho deciso di intraprendere, in solitaria. Comunque, tornando al discorso dei lilleri.. ho lavorato molto nel primo ristorante e con alcuni turni extra durante la settimana riuscivo a raccimolare qualcosina di interessante, mai abbastanza comunque nei confronti di un lavoro 7 su 7 ma mi andava benissimo, perché stavo facendo esperienza di lavoro ma soprattutto di vita, entravo nel mondo del lavoro ed in contatto con persone molto più grandi di me e con storie di realtá estremamente diverse.
Fu una bellissima esperienza che decisi di interrompere a causa di una migliore offerta di lavoro, sempre in cucina come aiuto cuoco. Tra le altre cose, tra cui la vicinanza a casa, questo nuovo ristorante mi avrebbe permesso di entrare nel vero mondo della cucina di ristorazione e aggiungere esperienza al mio bagaglio da sbarbatello; materie prime buonissime e tante nuove tecniche…
Fu stupenda la sensazione di poter cambiare lavoro, di potersi testare in altri contesti ed essere apprezzati, e fin dall’ inizio fu un’esperienza piena di energie positive che mi diede grande carica e il sentimento che volendo ed impegnandomi sarei riuscito a fare di tutto…anche il mio Giro del Mondo.
Fin da subito capii che sarebbe stata un’esperienza piena di emozioni e di sfide, sia a livello personale che professionale, gli stress e le responsabilità da sostenere erano cento volte superiori a quelle del lavoro precedente e non sempre mi sono sentito all’ altezza della posizione che ricoprivo, ma lì c’ ero arrivato con le mie sole forze, inventandomi in un mestiere che imparavo giorno per giorno e che a dirla tutta mi riusciva anche benino(…) e questo mi dava grande fiducia in me stesso! In cucina ho pianto ho riso ho urlato e mi sono commosso insomma è un ambiente davvero pieno di cose da imparare.


E’ bello pensare che un giorno forse, da qualche parte in giro per il mondo, potrò lavorare e sostentare il mio viaggio grazie anche a quello che sto imparando ora qui e non vedo l’ora di ritrovarmi in qualche cucina sperduta dove si parla un altra lingua, dove sono io lo straniero e spadellare un po’ alla vecchia!