Perché il giro del mondo?

“Perche è lí”…. No, se stai leggendo questo articolo nella speranza di trovare finalmente un santo motociclista che ti spiega filo e per segno le motivazioni di un tale viaggio mi dispiace, ma anche io non ho una risposta. Il giro del mondo sia per motociclisti veterani che per giovani come me, seppur con diverse sfumature date dalle diverse esperienze, rappresenta un sogno, un raggiungimento, un ‘odissea di avventure, odori, amori, culture e incontri che affascinano e fanno innamorare. Il mio primo contatto con questo gran tour (più che contatto direi placcaggio o frontale a cento all’ ora) avviene circa tre anni fa pochi mesi dopo essere entrato in possesso della mia prima grande moto, un Husqvarna 125 4t. Quattro tempi perchè? “Va a 50 all’ ora ma Con il 4t quanto meno al mare ci vai” mi disse un saggio..già ero in ottica viaggio senza saperlo. Per quell’ estate presi un biglietto per un festival di musica in Corsica che per fortuna mia(direi a questo punto) fu disdetto poche settimane dopo. Mi trovavo dunque con un biglietto del traghetto non rimborsabile per la Corsica ed una moto… Cercando qualche forum di viaggi in moto(ero un totale neofita ai tempi) capitai per caso su un video di un certo Gionata Nencini e del suo giro del mondo durato 8 anni.. pazzo scatenato dissi, ma non riuscivo a smettere di guardare i suoi video. Feci una testa tanta a tutta la famiglia e amici per settimane che alla fine mi soprannominarono” gionni”. Resta il fatto che quel giorno passato sul letto a guardare video e leggere articoli cambiò qualcosa in me, qualcosa si mosse. Circa due settimane dopo partí in solitaria con una tenda e due zaini stracolmi per la Corsica, senza alcun abbigliamento tecnico se non dei vecchi scarponi di mio padre che lui definisce ancora “da moto”(pff) e senza alcuna esperienza di viaggio/campeggio in moto, sapevo solo che uno zaino sulla schiena e uno sul petto su un Husqvarna 125 senza cupolino, con una sella versione “tanga”, avrebbe fatto male, male dentro… fu un ‘esperienza bellissima, sia perché fu la prima ma anche per lo spirito d avventura che scoprii di avere dentro.. quel piccolo viaggio di 7 giorni fu una rivelazione, diventai euforico, parlavo con tutti e non vedevo l ora di rimettermi in sella ogni volta che non vi ero sopra. mi ricordo bene quel pomeriggio alla plage de Saleccia al tramonto, sugli scogli ,azzannando una pizza da asporto (o quel che rimaneva dopo 2 km di sterrato tenuta legata al codino della moto..) in cui dissi “Questo, è quello che voglio fare nella vita, viaggiare, in moto”. Tornato a casa ero pieno di energie, di vita e inevitabilmente si fece sempre più strada nella mia testa quel tarlo, quell’ idea che sarebbe stata nei seguenti 2 anni il mio cruccio e la mia fortuna allo stesso tempo, il gran tour. Sempre quell’ estate prima dell inizio dell ultimo anno di liceo decisi di andare insieme a mio padre ad un evento organizzato dal Gionata Nencini di cui sopra a Roveredo, avevo bisogno di vederlo e di sentirlo parlare dal vivo e non solo dal computer, avevo bisogno di vedere che esisteva davvero. Così partimmo io e mio padre alla volta di Roveredo, al solito, una tenda senza cuscino nè sacco a pelo e uno zaino, e una pianura padana in Husqvarna 125.. tanto, tanto male. Un giorno ed una notte di viaggio. Imbambolato come davanti alla più bella ragazza di scuola ebbi il primo contatto con Gionata, vidi la sua moto e tutte quelle cose che così tante volte avevo visto nei suoi video, gli strinsi la mano e lo derubai di circa 6/7 mila adesivi dopo avergli fatto firmare la mia giacca da moto. Due giorni di moto, racconti di viaggio, e tante belle persone. Finito o evento non ne avevo abbastanza e fu così che decisi di salutare mio padre (che doveva riportare la moto al noleggio giù a Firenze) e continuare il viaggio da solo, direzione Stelvio. Avevo 80 euro in tasca e tanta voglia di viaggiare. La prima notte la passai nel giardino di un ragazzo conosciuto all’ evento che ci permise a me ed altri di montarci le tende, dal giorno dopo ero alla mercé della mia tenda mono posto senza materassino, cuscino o sacco a pelo. Arrivai comunque allo Stelvio(in riserva) dopo essermi fatto alcune delle strade e dei passi piu belli del nord Italia. Il resto del viaggio lo devo alle splendide persone incontrate durante la strada che grazie al loro aiuto mi hanno permesso di tornare a casa . A loro due che mi hanno offerto colazione e pranzo prima di salire il passo senza che chiedessi niente (ero pronto a tenermi la fame…m forse no), alla colletta di 11 euro di alcuni giovani seduti al benzinaio per il pieno a Reggio Emilia e ad un signore che veramente ha segnato tutto il viaggio, che, in un paesino nei pressi di Bologna ha fatto a piedi circa 2 chilometri per tornare con 10 euro per benzina e del cibo, anche questo senza che io chiedessi niente, ero semplicemente seduto sul sagrato di una chiesa alle 11 di notte pronto a dormirci perchè se avessi continuato probabilmente la moto si sarebbe fermata in mezzo al nulla. Continuai a viaggiare quando potevo, meno causa impegni scolastici ma la passione era sempre lì e per quanta paura avessi che un giorno forse la moto mi avrebbe stancato decisi di dedicare il mio tempo e le mie energie a far sì che il progetto di “vivere viaggiando in moto” potesse diventare realtá. Fu così che decisi che dopo la maturità avrei cominciato a lavorare, a mettere da parte quanti più soldi ed esperienze possibili in vista di una mia inevitabile partenza, stavo iniziando a segnare passo passo un percorso che ancora oggi (1 anno e mezzo dopo) sto intraprendendo in vista della mia partenza per il giro del mondo in moto.

CRETA in moto, con zavorrina….

…si ma non prima di essermi fatto 10 giorni in moto come vacanza di maturità, destinazione Creta, insieme alla mia ragazza del tempo..FB_IMG_1492101465799chiedetevi perchè abbia deciso di farmi il giro del mondo in Solitaria…. a parte tutto fu una bellissima vacanza, bellissime strade e belle spiagge, il tutto grazie ad uno stupendo, inarrestabile ed inguardabile suzuki van van 125 a pieno carico in 2..a vela sarebbe andato piu veloce ma il bello fu anche questo.